Comune caratterizzato da una sorta di natura bifronte: agricolo e arcaico nell'entroterra, è moderno e aperto al turismo lungo la costa. Una meta molto amata dai turisti nel periodo estivo. Il capoluogo è invece sospeso in una dimensione incorrotta di borgo antico e più chiaramente denuncia le radici rurali della zona. La costa bassa a sabbiosa che si estende tra i comuni di Cecìna e di Castagneto Carducci sfuma in una distesa pianeggiante; quest'ultima a sua volta si increspa verso l'interno in morbidi rilievi collinari coperti da fitta vegetazione boschiva e caratterizzata da miti condizioni climatiche. Nello stemma, che fu riconosciuto qualche anno dopo la separazione dal comune di Cecina, nel 1906, campeggia un leone d'oro su fondo azzurro, rampante su una pianura erbosa; l'immagine della fiera è sicuramente ricavata da una scultura conservata nell'oratorio della Madonna della Pietà. Il gonfalone che riporta lo stemma è stato concesso con Decreto del Capo del Governo.Il nome della località ha forse lontane origini: deriva probabilmente da Vibius e, per questo tramite, dall'etrusco Vipi. L'antico castello fu dapprima possesso della locale abbazia di S. Maria, quindi del capitolo della cattedrale di Lucca. La località appartenne successivamente ai conti della Gherardesca e, divenuta comune nel XIII sec.,  subì il controllo di Pisa fino a quando, nel 1406, passò sotto Firenze. Il vecchio castrum palesa oggi l'opera di disfacimento del tempo, non essendo mai stato fatto oggetto di alcun intervento di restauro; un migliore stato di conservazione mostrano invece le opere di fortificazione di Forte di Bibbona, che si ergono imponenti a strapiombo sul mare, e il tempio a croce greca in laterizi di Santa Maria della Pietà, mirabile esempio di architettura rinascimentale.